Glossario

Sindrome di Asperger

Tratto da: http://www.fondazioneares.com/index.php?id=430ù
 
La sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è disturbo pervasivo dello sviluppo  comunemente considerata una forma dello spettro autistico "ad alto funzionamento", cioè che presenta molte similitudini con l'autismo ma senza ritardo mentale . Gli individui portatori di questa sindrome (la cui eziologia è ignota) presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi dicomportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Diversamente dall'autismo classico, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.
Alcuni sintomi di questa sindrome sono correlati ad altri disturbi, come ad esempio il disturbo dell'apprendimento non-verbale (Nonverbal learning disorder), la fobia sociale o il disturbo schizoide di personalità. La Sindrome di Asperger non è diagnosticata solo per le proprie caratteristiche, ma anche per una vasta gamma di condizioni di comorbilità (disturbi non dovuti alla Sindrome), come depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo.
La sindrome di Asperger nel DSM-IV ha come punto di riferimento l’autismo, che per cui alcuni dei criteri comportano l’assenza di anormalità in alcune aree di funzionalità che sono invece affette nell’autismo. La seguente tabella riassume i criteri per la “sindrome di Asperger” nel DSM-IV, col termine di “disturbo di Asperger” (APA, 1994): F84.5 Disturbo di Asperger
  1. Compromissione qualitativa nell’interazione sociale, come manifestato da almeno 2 dei seguenti:
1)       marcata compromissione nell’uso di diversi comportamenti non verbali come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale
2)       incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo
3)       mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es. non mostrare, portare o richiamare l’attenzione di altre persone su oggetti di proprio interesse)
4)       mancanza di reciprocità sociale o emotiva.
 
  1. Modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno uno dei seguenti:
1)       Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi stereotipati e ristretti, che risultano anomali o per intensità o per focalizzazione
2)       Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici
3)       Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (per es., sbattere o torcere le mani o le dita o movimenti complessi di tutto il corpo)
4)       Persistente eccessivo interesse per parti di oggetti.
  1. L’anomalia causa compromissione clinicamente significativa dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento.
  2. Non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (per es., all’età di 2 anni sono usate parole singole, all’età di 3 anni sono usate frasi comunicative).
  3. Non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o dello sviluppo di capacità di autoaccudimento adeguate all’età, del comportamento adattivo (tranne che nell’interazione sociale) e della curiosità per l’ambiente nella fanciullezza.
  4. Non risultano soddisfatti i criteri per un altro specifico Disturbo Generalizzato dello Sviluppo o per la Schizofrenia.
Criteri iniziali
 
Secondo il DSM-IV, l’anamnesi dell’individuo deve manifestare “una mancanza di qualsiasi ritardo clinicamente significativo” nell’acquisizione del linguaggio, nello sviluppo cognitivo e nel comportamento di adattamento (tranne che nell’interazione sociale). Questo è in contrasto con i tipici resoconti di bambini autistici che presentano dei notevoli deficit e anomalie in queste aree prima dell’età di tre anni.
Anche se questo criterio coincide con il resoconto di Asperger, Wing (1981) notò la presenza di deficit nell’uso del linguaggio per la comunicazione, oltre ad incapacità più specifiche del linguaggio in alcuni dei suoi casi di studio. Al momento, non si sa se la mancanza di ritardi nelle aree stabilite sia un fattore differenziale tra la sindrome di Asperger e l’autismo oppure, in alternativa, sia semplicemente un rispecchiamento del livello di sviluppo più alto associato all’uso del termine della sindrome di Asperger.  
 
Altre descrizioni comuni dello sviluppo dei primi anni degli individui con sindrome di Asperger, includono una certa precocità nell’apprendimento del linguaggio (“parlava prima ancora di camminare”), e l’essere affascinato da lettere e numeri; infatti, a volte il bambino piccolo può essere in grado persino di decodificare delle parole, ma con poca o nulla comprensione (“iperlessia”). Il bambino può inoltre stabilire delle modalità d’attaccamento con i famigliari, ma presentare modalità di approccio inappropriati con compagni o altre persone. Invece di ritirarsi o stare in disparte come accade nell’autismo, il bambino può piuttosto cercare di prendere contatto con altri bambini abbracciandoli o gridando e poi restare perplesso di fronte alle loro risposte. Questi comportamenti possono essere ogni tanto rilevati in bambini autistici di alto livello, sebbene in modo molto meno frequente.
 
Menomazioni qualitative nelle interazioni sociali reciproche
 
Anche se i criteri sociali per la sindrome di Asperger e l'autismo sono identici, la prima condizione di solito coinvolge meno sintomi e si presenta generalmente in modo diverso di quanto faccia la seconda. Individui con la sindrome di Asperger sono spesso isolati socialmente, ma non sono inconsapevoli della presenza degli altri, anche se i loro approcci possono risultare inappropriati e strani. Essi possono per esempio ingaggiare un interlocutore, spesso un adulto, in conversazioni unilaterali caratterizzate da un modo di parlare interminabile, pedante e volte a un argomento preferito, spesso inusuale e limitato. Inoltre, anche se gli individui con sindrome di Asperger descrivono spesso sé stessi come dei solitari, dimostrano frequentemente un grande interesse a stringere amicizie e incontrare della gente. Questi desideri sono invariabilmente ostacolati dai loro approcci goffi e dall’insensibilità verso i sentimenti delle altre persone, le loro intenzioni, e le comunicazioni non verbali e implicite (per esempio segni di noia, fretta di congedarsi e necessità di privacy). Essendo cronicamente frustrati dai loro ripetuti fallimenti di relazionare con altri e stringere amicizie, alcuni di questi individui sviluppano dei sintomi di depressione che possono necessitare delle terapie e delle medicine.
 
Riguardo all'aspetto emozionale della transazione sociale, gli individui con la sindrome di Asperger possono reagire inappropriatamente nel contesto di un’interazione affettiva, o anche sbagliare nell'interpretarne il suo valore, mostrando spesso un senso di insensibilità, di formalità o d’indifferenza nei confronti dell'espressione emozionale dell'altra persona. Nonostante ciò, possono essere capaci di descrivere correttamente, in maniera cognitiva e spesso formale, le emozioni delle altre persone, le aspettative e le convenzioni sociali, mentre sono incapaci di agire nei confronti di questa conoscenza in maniera intuitiva e spontanea, mancando per questo motivo di "tempismo" nell'interazione. Questa debole intuizione e questa difficoltà ad adattarsi spontaneamente, sono accompagnate da un marcato legame a regole formali di comportamento e a convenzioni sociali rigide. Questo comportamento è ampiamente responsabile dell'impressione di naiveté sociale e di rigidità comportamentale, che è assai comune tra questi individui.
 
Come nella maggioranza degli aspetti comportamentali usati per descrivere la sindrome di Asperger, alcune di queste caratteristiche sono presenti in individui affetti da autismo ad alto funzionamento benché, molto probabilmente, in misura minore.
Più tipicamente, le persone autistiche sono ritirate e possono sembrare inconsapevoli o disinteressate alla presenza di altre persone. Gli individui con la sindrome di Asperger, d'altro canto, sono spesso propensi a mettersi in relazione con gli altri, ma mancano di abilità per attrarli con successo.
 
Menomazioni qualitative nella comunicazione
 
Diversamente dall’autismo, nella definizione della sindrome di Asperger non rileviamo la presenza di nessun sintomo in quest’ambito di funzionamento. Benché le anomalie significative nella comunicazione non siano tipiche, ci sono almeno tre aspetti nelle capacità comunicative di questi individui che sono di interesse clinico. In primo luogo, se le inflessioni e le intonazioni non sono del tutto rigide e monotone come nell'autismo, la parola può essere marcata da una povera metrica. Per esempio, ci può essere una gamma ristretta di intonazioni che sono usate con poca attenzione verso il contenuto comunicativo del discorso (asserzione di fatti, battute di spirito, ecc.). In secondo luogo, il discorso può essere approssimativo o circostanziato, convogliando un senso di imprecisione di associazioni e incoerenza. Benché in alcuni casi questo sintomo può essere un indice di un possibile disordine del pensiero, la mancanza di coerenza e di reciprocità nel discorso è il risultato di uno stile conversazionale unilaterale e egocentrico (per esempio, nel caso di un monologo inflessibile su nomi, codici, attributi di innumerevoli stazioni TV del paese), del fallimento nel prevedere antefatti e conoscenze per dei commenti e nel marcare chiaramente cambi di argomento, del fallimento infine nel sopprimere l'espressione vocale che accompagna pensieri e rappresentazioni interne.
 
Il terzo aspetto che caratterizza gli schemi comunicativi degli individui con sindrome di Asperger è la marcata prolissità, che alcuni autori considerano come l’aspetto differenziale più importante del disturbo. Il bambino o l’adulto può parlare senza mai smettere, di solito del proprio argomento preferito, ignorando spesso completamente se l’interlocutore è interessato, è impegnato o tenta di intercalare un commento o di cambiare il soggetto della conversazione. Nonostante tali interminabili monologhi, accade spesso che l’individuo non arrivi mai ad un punto conclusivo e che i tentativi dell’interlocutore di sviluppare altri argomenti o ragionamenti, o di passare a soggetti vicini restino senza successo.
 
Nonostante la possibilità di attribuire tutti questi sintomi, in termini di deficit relativi a capacità pragmatiche e/o a mancanza di intuito e consapevolezza delle aspettative delle altre persone, la sfida rimane di comprendere questo fenomeno in un’ottica di sviluppo, quale strategia di adattamento sociale.
 
Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
 
Anche se, nel DSM-IV, la definizione dei criteri che determinano la sindrome di Asperger e l’autismo è identica, e richiede la presenza di almeno uno dei sintomi nella lista fornita (cf. lista più sopra), sembra che in questo gruppo il sintomo osservato più frequentemente in assoluto riguardi il pensiero rivolto continuamente ad un ristretto schema di interessi. Diversamente dall’autismo, dove altri sintomi di quest’area possono risultare molto marcati, gli individui con sindrome di Asperger non ne sono solitamente affetti, ad eccezione della preoccupazione verso un argomento inusuale e limitato che assorbe tutta la loro attenzione e sulla quale si documentano acquisendo grandi quantità di dati, che sono esibiti poi anche troppo prontamente alla prima occasione di interazione sociale. Anche se la scelta del soggetto viene cambiata di tanto in tanto (per esempio ogni uno o due anni), spesso domina il contenuto dello scambio sociale come pure le attività degli individui con la sindrome di Asperger, immergendo la famiglia intera nell’argomento scelto per lunghi periodi di tempo. Anche se questo sintomo non è facilmente riconoscibile nell’infanzia (perché tra bambini sono molto frequenti degli interessi forti per questo o quell’argomento), è possibile che diventi evidente più tardi, quando gli interessi si rivolgono ad argomenti bizzarri e ristretti. Questo comportamento è peculiare, nel senso che spesso gli individui affetti da questa sindrome imparano delle enormi quantità di fatti su argomenti però molto ristretti (per esempio serpenti, nomi di stelle, carte geografiche, programmi TV o orari ferroviari).
 
Goffaggine motoria
 
Oltre ai criteri specificati e  considerati necessari per la diagnosi, c’è un ulteriore sintomo associato alla diagnosi della sindrome di Asperger che non viene però ritenuto come indispensabile per la diagnosi: il ritardo nel raggiungimento delle tappe di sviluppo motorio basilari e la presenza di una "goffaggine motoria". Gli individui con sindrome di Asperger possono avere dei ritardi nell'acquisizione di abilità motorie, come per esempio pedalare, prendere al volo una palla, aprire un barattolo, arrampicarsi su una scala a pioli, ecc. Spesso sono individui visibilmente impacciati caratterizzati da un'andatura rigida, da posture bizzarre, da deboli capacità manipolatorie e da rilevanti deficit nella coordinazione oculomotoria. Nonostante queste caratteristiche siano in chiaro contrasto con lo schema di sviluppo motorio caratteristico dei bambini autistici, per i quali l’ambito delle capacità motorie costituisce spesso un relativo punto di forza, esse rispecchiano in parte ciò che si può osservare in individui con autismo più anziani. Nonostante ciò, la similitudine in età più avanzata potrebbe anche essere il risultato di altri fattori sottostanti, per esempio il deficit psicomotorio nel caso della sindrome di Asperger e la debole immagine del proprio corpo e di sé stessi nel caso dell'autismo. Ciò mette in luce l’importanza di una descrizione di questi sintomi in termini di sviluppo.
 
Riferimenti
 
American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders,(4th edition), American Psychiatric Association, Washington, D.C., 1994
Asperger H. (1944), Autistic psychopathy in childhood, translated in Frith U., Autism and Asperger’s Syndrome, Cambridge University Press, Cambridge, 1991
Bishop D.V.M. (1989), Autism, Asperger’s Syndrome and Semantic-Pragmatic Disorder. Where are the boundaries?, British Journal of Disorders of Communications, 24, 107-121
Denckla M.B. (1983), The neuropsychology of social-emotional learning disabilities,Archives of Neurology, 40, 461-462
Kanner L. (1943), Autistic disturbances of affective contact, Nervous Child, 2, 217-250
Rourke B., Nonverbal learning disabilities: the syndrome and the model, Guilford Press, New York, 1989
Voeller K.K.S. (1986), Right-hemisphere deficit syndrome in children, American Journal of Psychiatry, 143, 1004-1009
Volkmar F.R. et al. (1994), DSM-IV Autism/Pervasive Developmental Disorder field trial,American Journal of Psychiatry, 151, 1361-1367
Wing L. (1981), Asperger’s Syndrome: a clinical account, Psychological Medicine, 11, 115-129
La Sindrome di Asperger: Linee guida per la diagnosi


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